Giovanni Battista Beinaschi
( TORINO 1636 - NAPOLI 1688 )
Busto di San Pietro
Busto di San Pietro, con cornice. L’opera è da riferire al 1675-80 ca., ovvero al periodo napoletano, momento in cui Giovanni Battista Beinaschi eseguì con il medesimo profilo altre figure sia in tela che in affresco come: San Paolo eremita del dipinto raffigurante Sant’Antonio Abate e San Paolo eremita, in collezione privata inglese (cat.Cb35); dell’apostolo Pietro nell’Incredulità di San Tommaso sul mercato antiquario romano nel 1965 (cat.Cb22), entrambe databili al 1675-80, e per il Profeta Ezechiele rappresentato in uno dei pennacchi della cappella del Crocefisso presso la chiesa Gesù Nuovo di Napoli, databile al 1684-85 (cat.A32). Dall’analisi delle opere disperse ricordate dalle fonti si rileva che una "Mezza figura per Dritto S.Pietro originale del [Beinaschi]" era conservata a Roma tra i beni di Pellegrino Peri nel 1699 (cat.D44). Nato a Fossano nel 1636 e formatosi a Torino presso la bottega di Monsù Esprit Grandijean, Beinaschi si traferì a Roma e poi a Napoli dove realizzò, come testimonia il Lanzi, le maggiori imprese: 'Il suo teatro fu Napoli; ov'ebbe numerosa scuola, ove dipinse cupole, volte, e simili architetture da macchinista (...). Ne mancò a lui grazia o di forme, o di colorito, ove si contentò di premer le orme del Lanfranco. Nella scienza del sotto in su valse molto e negli scorti fu tenuto ingegnosissimo'. Nella Città Eterna Beinaschi si legherà con amicizia e ammirazione al Cerrini, condividendone gli intenti espressivi nel modellato energico e raffinati piani d'ombra di ascendenza guercinesca, ma sarà il forte sodalizio con Giacinto Brandi a caratterizzarne lo stile, accomunato a una sincera emulazione dei modi del Lanfranco. Con il Brandi l'artista ha la possibilità di cimentarsi nella pittura a fresco subendo le suggestioni di Mattia Preti e del linguaggio tenebroso rivisitando il naturalismo aulico, ma non privo di contrasti di lume del Guercino, secondo un preciso riesame dell'inesauribile testamento caravaggesco. Ma sarà a Napoli in cui il nostro esprimerà al meglio la sua straordinaria forza pittorica e a questo periodo è da collocare la tela in esame per il diretto confronto con le opere mature dell'artista, quanto mai espressive per il lessico, con i forti 'sbattimenti' di lume degni della migliore lezione partenopea e in modo particolare di Battistello.
Bibliografia di riferimento: F.Petrucci e V.Pacelli, Giovan Battista Beinaschi. Pittore barocco tra Roma e Napoli, Roma, Budai Editore, 2011
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: cm61x49,5
Base d'asta € 3.500